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Codici CER a specchio: come gestirli

Una caratteristica che impone la valutazione di un chimico è la presenza dei codici CER a specchio.

Secondo la normativa vigente la classificazione dei rifiuti deve essere svolta dal produttore dello stesso, a cui deve attribuire il codice CER di riferimento seguendo le indicazioni all’interno della decisione 200/532/CE che identifica:

  • Rifiuti con codice CER pericoloso assoluto è ritenuto pericoloso senza ulteriore specificazione. La pericolosità del rifiuto indicata dalle classi di pericolosità che vanno da H1 ad H15, è necessaria al fine di procedere alla giusta gestione del rifiuto.
  • Rifiuto con codice CER non pericoloso assoluto è ritenuto non pericoloso senza ulteriore specificazione.
  • Rifiuto con codici CER speculari, un codice pericoloso e un codice non pericoloso, quindi per una giusta valutazione è opportuno individuare le proprietà di pericolo del rifiuto attraverso delle indagini con le quali si vanno ad individuare i composti presenti nel rifiuto, questo grazie alla scheda informativa del produttore, alla conoscenza del processo chimico e al campionamento e all’analisi del rifiuto. Il passo successivo è quello di andare ad accertare se le concentrazioni dei composti contenuti nel rifiuto attribuiscano al rifiuto delle caratteristiche di pericolo. Questa particolare classificazione deve essere fatta quando il rifiuto si trova ancora nel luogo di produzione (ipotesi che si applica per le voci a specchio).

In altre parole a queste particolari tipologie di rifiuti possono essere attribuiti due possibili tipi di codici CER, così detti speculari, in relazione alla presenza di sostanze pericolose, uno con l’asterisco o uno senza asterisco. Un esempio di codice CER a specchio è il 150202* (che identifica assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, contaminati da sostanze pericolose) e 150203 (che identifica assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi, diversi dal quelli di cui alla voce 150202).

Di conseguenza il problema di questi rifiuti con codici CER speculari è riuscire ad effettuare una corretta classificazione, poiché come anticipato possono essere ritenuti rifiuti non pericolosi ed è necessario che le sostanze pericolose siano minori di una soglia stabilita.

Il fatto che sia una classificazione particolare in base all’origine o alla composizione del rifiuto, è opportuno dimostrare eventuali eccezioni, attraverso le analisi del rifiuto che ne certifichi la non pericolosità.

Quindi si può accertare che il rifiuto è pericoloso a meno che le analisi svolte dal produttore dello stesso non dimostrino la sua non pericolosità. (cfr. Cass. Pen sez. III n° 10937/2013)

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