Lo smaltimento responsabile delle batterie al piombo esauste è di vitale importanza per proteggere l’ambiente e la salute umana.
I trattamenti, a cui sono sottoposte, mirano a due obiettivi principali: la prevenzione dell’inquinamento e il recupero di materiali preziosi. Le batterie contengono sostanze tossiche come il piombo, che può danneggiare il territorio e l’uomo se viene smaltito in modo improprio. Inoltre la quasi totalità dei materiali che compongono le batterie al piombo possono essere riciclati o recuperati.
Di fatti, con il 97% di materiali recuperabili, lo smaltimento delle batterie esauste al piombo permette di attivare un processo di economia circolare che permette un abbassamento dei costi di produzione e dello sfruttamento del sottosuolo per l’estrazione delle materie prime.
Come si smaltiscono le batterie al piombo?
Lo smaltimento delle batterie al piombo deve necessariamente seguire un iter procedurale predefinito. In particolare lo smaltimento si divide nei seguenti step
Smaltimento batterie al piombo: la frantumazione
In questa prima fase di smaltimento, le batterie al piombo vengono frantumate mediante l’utilizzo di appositi macchinari, ottenendo tutti i materiali triturati.
I materiali ottenuti vengono poi attentamente esaminati per separare le parti in plastica, il metallo e l’acido solforico. La plastica viene reimmessa nella produzione come materia prima, mentre l’acido solforico viene neutralizzato per essere reimmesso nell’economia circolari con vari scopi. Il piombo, invece viene inviato alla successiva fase di smaltimento.
Smaltimento batterie al piombo: la fusione
Nel corso della seconda fase di smaltimento il piombo, ottenuto dal processo di frantumazione, viene fuso a una temperatura compresa tra 800 e 1000° C.
Questo processo avviene in totale sicurezza, in quanto gli impianti di fusione sono dotati di appositi filtri per il controllo delle emissioni gassose che evitano le emissioni di particelle inquinanti.
Smaltimento batterie al piombo: la raffinazione
L’ultimo step dello smaltimento delle batterie al piombo, prevede che il metallo venga inserito in una caldaia impostata ad una temperatura che va dai 350 ai 500 C°. Al termine della raffinazione, il metallo è pronto ad essere reimmesso nella catena produttiva come perfetto prodotto dell’economia circolare.